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Intorno alle strie degli spettri stellari

  • Memorie Originali
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Il Nuovo Cimento (1855-1868)

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Literatur

  1. VediAstronomische Abhandlungen von Schuhmacher. Zweites Heft. Altona, 1823.

  2. Per questa Memoria poco conosciuta, vediAnnalen der Physik, von Gilbert, vol. 74. Leipzig, 1823.

  3. Nello scorso mese di Luglio, mentre io era in Spagna per osservarvi l’ eclisse totale di sole che accadde il 18 del detto mese, ebbi la favorevole occasione di conoscere in Valenza il sig. Lamont, il quale mi disse che egli possedeva l’istesso apparato costruito da Fraunhofer, e che con esso aveva istituite alcune ricerche sugli spettri stellari, di cui aveva dato un cenno in una breve nota, inserita in uno degli almanacchi del R. Osservatorio di Monaco (Jahrbuch der leöniglichen Sternwarte bei München, für 1838). Quella nota è la seguente: «lo ho già da molti anni, rimesso nuovamente in ordine il medesimo apparato (che apparteneva a Fraunhofer) con l’intenzione di analizzare la luce di qualche stella doppia composta di due stelle di differente colore, e di dare una decisiva risposta ad alcuni astronomi che dimandano se la detta differenza di tinta sia veramente reale o soltanto apparente. Ma io non potei ottenere immag ini prismatiche che dalle stelle di prima grandezza, ed anche per queste i colori erauo straordinariamente deboli. Più tardi io mi servii del gran rifrattore soltanto per lo studio della luce stellare, col mezzo di un prisma posto fra l’obiettivo e il suo fuoco, dietro il quale era posto immediatamente un oculare munito di micrometro. Con tal disposizione io aveva il vantaggio non solo di poter adoperare un piccolo prisma, ma anche di poter far di meno di una lente cilindrica, che deve essere stata indispensabile a Fraunhofer per ottenere un’immagine sufficientemente alta. Io mi limito a dire che anche colle stele di quarta grandezza ebbi degli spettri abbastanza luminosi, nei quali a intervalli, si vedevano distintamente molte linee oscure. Alla misura delle strie dovrebbe aggiungersi aucora la determinazione della intensità delle varie parti colorate degli spettri stellari». Il sig. Lamont, nell’ inviarmi gentilmente il libro ove trovasi la nota sopra allegata, mi scriveva quanto appresso: «Io ho esperimentato, che col mio apparecchio si vedono le strie degli spettri con grandissima precisione, quando si abbia l’atmosfera in uno stato favorevolissimo; ma disgraziatamente nel nostro clima un tale stato atmosferico è rarissimo, ed io mi sono deciso di lasciare lo studio di questo importante soggetto a coloro che hanno la fortuna di vivere in un clima migliore».

  4. Nell’ essere, nello scorso mese di Luglio, di passaggio per la città di Marsiglia, io ebbi il piacere e l’onore di conoscere il sig. Morren, decano della facoltà delle scienze di quella città, il quale mi mostrò gentilmente alcune sue nuove importantissime esperienze relative agli spettri ottenuti colla luce di varii gas; e l’ apparato da lui immaginato per esenguire questi esperimenti (che egli si propone di estendere anco agli spettri stellari) riposavaprecisamente sugli stessi principii sopra accennati.

  5. Vedi Antinori,Notizie istoriche relative all’ Accademia del Cimento, pag. 122. Firenze, Tipografia Galileiana, 1841.

  6. Il tuboq e il tubod, il primo dei quali deve entrare esattamente nel secondo, appariscono nelle due figure di, un diamentro molto differente, perchè, come abbiam detto, quelle due figure sono state fatte sopra scale diverse.

  7. Nel classare le stelle per colori mi son valso delle indicazioni in date da Humboldt nel suoCosmos, e da Schmidt nell’Astronomische Nachrichten.

  8. Il Prof. Amici, per rendere queste osservazioni più comode (facendo sì che più facile sia íl puntare alle stelle) ha ora costruito un prisma che offre grandissima dispersione senza deviare l’ asse di visione: questo prisma si compone di tre prismi, due dei quali dicrown-glass, che ne comprendono in mezzo un terzo diboro-silicato di piombo. Se con questo prisma si guarda direttamente una fessura o linea, luminosa, la luce si vede decomposta, e lo spettro presenta le medesime strie che appariscono attraverso un prisma semplice diflint-glass.

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Donati, G.B. Intorno alle strie degli spettri stellari. Il Nuovo Cimento (1855-1868) 15, 292–304 (1862). https://doi.org/10.1007/BF02906594

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